Nelle settantadue poesie brevi del Loggione (scritte a metà degli anni Ottanta, ma pubblicate trent’anni più tardi) Ghiannis Ritsos, uno dei poeti greci più significativi del XX secolo, monta il proprio scenario: costruisce città, porti, strade e villaggi, ravvivandoli coi colori delle attività umane e i suoni della vita quotidiana – segni e simboli insieme. In modo apparentemente casuale, il poeta allinea sapientemente parole che toccano le corde più riposte nell’intimo del lettore. Spettatori dal Loggione, ci abbandoniamo a un’emozione profonda: quella dell’autentica poesia.
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